Non pensavate mica che fosse finita la diatriba fra Starbucks e i sindacati. Adesso la palla passa alle autorità del lavoro: i funzionari del National Labor Relations Board hanno infatti chiesto al tribunale di bloccare le rappresaglie di Starbucks contro i lavoratori aderenti ai sindacati.
I funzionari hanno depositato una petizione presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Buffalo, accusando Starbucks di:
- star licenziando e punendo i lavoratori che sostengono i sindacati
- intimidire e minacciare i lavoratori per dissuaderli dal votare per i sindacati
- offrire vantaggi e bonus a quei dipendenti che si oppongono ai sindacati
Inoltre i funzionari chiedono anche che vengano reintegrati sette dipendenti dell’area di Buffalo costretti illegalmente a dimettersi da parte di Starbucks come forma di rappresaglia per aver cercato di organizzarsi in un sindacato.
Secondo i funzionari è necessario l’intervento della corte per fermare la “risposta violenta, diffusa e ben orchestrata di Starbucks nei confronti degli sforzi organizzativi dei dipendenti”.
Dal canto suo Starbucks, tramite il portavoce Reggie Borges, come sempre respinge tutte le accuse, dichiarando che queste affermazioni sono false e affermando di essere pronti a difendersi.
In realtà il consiglio del lavoro ha già presentato più di 30 denunce formali con accuse simili a quelle presenti nella petizione. Solo che di solito i tribunali ci mettono mesi o anni per giudicare tali questione, ma per il consiglio questo non è accettabile.