Starbucks ancora nei pasticci, ma stavolta – e forse è questa la notizia – non con i sindacati. Beh, non direttamente, almeno. Stando a quanto riportato dal The Guardian il colosso del caffè avrebbe infatti vietato, in alcuni dei suoi punti vendita negli Stati Uniti, di allestire le decorazioni per il Pride Month: l’accusa arriva direttamente da parte dei dipendenti, e di fatto va a inserirsi in un momento di altissima tensione tematica – basti considerare, rimanendo proprio nel contesto a stelle e strisce, il recente e pesantissimo contraccolpo ricevuto da Bud Light in seguito alla sua campagna mediatica con protagonista l’attivista transgender Dylan Mulvaney.
Starbucks e le decorazioni per il Pride Month: una faccenda complicata
È bene notare, per di più, che l’accusa a Starbucks giunge in acque rese ancora più agitate dalle leggi recentemente approvate nei stati gestiti da repubblicani che hanno eroso una serie di diritti della comunità LGBTQ+, in particolare per quanto riguarda l’insegnamento delle questioni relative ai diritti dei cittadini omossessuali o trans nelle scuole.
Ma torniamo a noi – Starbucks e le decorazioni per il Pride Month. La controversia pare sia scoppiata in seguito al lancio di una petizione su Coworker.org, un sito che raccoglie le dimostranze di diverse organizzazioni sindacali, secondo la quale i dirigenti del colosso del caffè avrebbero vietato ai lavoratori di allestire le decorazioni per celebrare il Pride Month, per l’appunto.
“Mi è stato detto che avevano appena implementato una nuova politica aziendale che vieta le decorazioni nei punti vendita” ha raccontato il lavoratore che ha avviato la petizione, rimasto anonimo per scelta. “Proprio prima del Pride Month? Mi è sembrato un po’ sospetto, un po’ strano. “Ero abbastanza sicuro che non fosse solo il nostro store ad avere adottato una politica del genere, perché i nostri manager sono molto favorevoli alle tematiche LGBT, la maggior parte dei nostri dipendenti sono membri della comunità LGBT; e quindi mi è stato detto che è stata una decisione del direttore regionale “.
Starbucks Workers United, il sindacato che rappresenta i lavoratori Starbucks in oltre 300 sedi negli Stati Uniti, ha successivamente pubblicato un thread su Twitter affermando che i lavoratori di almeno 21 stati, inclusi alcuni punti vendita sindacalizzati, hanno riferito che la direzione del loro locale vieta le decorazioni per il Pride Month.
Dai piani alti di Starbucks, nel frattempo, si nega fermamente di avere modificato la politica aziendale, sostenendo per di più di non essere a conoscenza di alcun punto vendita che abbia deciso di vietare l’allestimento delle decorazioni in questione. “Sosteniamo fermamente la comunità LGBTQIA2+” ha commentato a tal proposito un portavoce dell’azienda, Andrew Trumbull. “Non sono state apportate modifiche a nessuna politica in merito e continuiamo a incoraggiare i nostri responsabili dei punti vendita a festeggiare con le loro comunità il Pride Month”.