Secondo quanto rivelato dal The Guardian, nel corso degli ultimi mesi, negli USA, Starbucks avrebbe licenziato più di 20 leader sindacali. La notizia arriva proprio nel momento in qui i dipendenti del colosso hanno presentano petizioni per le elezioni sindacali in più di 250 negozi sparsi in 35 stati.
Il fatto è che al re-introdotto AD di Starbucks, Howard Schultz, tutta questa cosa del movimento sindacalista non va proprio giù: secondo l’AD, i sindacati sono “una forza esterna che vorrà dettare leggere o interromperà ciò che sono e quello che stanno facendo”.
Intanto il National Labor Relations Board (NLRB), il principale ente regolatore del lavoro degli Stati Uniti, sta presentando diverse denunce contro Starbucks a causa di questi licenziamenti, chiedendo la reintegrazione e il pagamento degli arretrati per sette dipendenti licenziali a Memphis, nel Tennessee, tre licenziali a Overland, nel Kansas, sei a Buffalo, nello stato di New York e tre in Arizona. Se non si arriverà a un accordo prima delle udienze, ecco che i casi finiranno tutti davanti a un giudice.
Per l’NLRB, Starbucks ha violato per più di 200 volte le leggi federali sul lavoro durante le campagne di organizzazione sindacale del 2021. Inoltre ha Starbucks ha anche da poco annunciato l’introduzione di nuovi vantaggi e bonus per tutti i dipendenti, tranne quelli che lavorano nei locali sindacalizzati.
Secondo quanto riferito dal National Lavor Relations Board, dal 13 maggio sono 69 i negozi di Starbucks che hanno votato a favore della sindacalizzazione, 9 hanno votato contro e 6 sono ancora in attesa di esito sulla base di scrutini contestati.