Starbucks ha scelto di chiudere a New York alcuni locali a causa dell’insediamento di Joe Biden, ma si è trattato di una misura del tutto precauzionale e temporanea, messa in atto nella sola giornata di domenica 17 gennaio.
La paura di Starbucks, infatti, era che si potessero scatenare disordini e proteste per l’entrata in carica ufficiale del nuovo presidente degli Stati Uniti. Per questo motivo, a sorpresa, domenica molti cittadini della Grande Mela si sono trovati gli Starbucks chiusi, con tanto di cartello appeso in vetrina che si scusava, ma che annunciava la chiusura momentanea dei locali.
L’Associated Press ha parlato di un “eccesso di cautela”, ma visto quanto accaduto a Capitol Hill, non si può dar torto a Starbucks se hanno voluto tutelarsi. Il fatto è che non c’erano solamente rischi di disordini, ma anche che molti lavoratori che vivono al di fuori di Manhattan rischiassero di rimanere lì bloccati nel caso di proteste con relativo blocco dei trasporti e chiusura delle strade.
Fortunatamente, però, a New York non ci sono state proteste particolari, motivo per cui Starbucks ha riaperto normalmente i battenti già da ieri, anche se intorno alle sedi governative di New York la sicurezza è stata rafforzata.