L’avventura di Laxman Narasimhan sulla poltrona da CEO di Starbucks è durata appena un anno. Del suo regno rimangono le ceneri di una performance nel contesto a stelle e strisce più o meno sottotono (tanto da spingere lo stesso patron della sirena in verde, Howard Schultz, a commentarla sui social); il lancio di Oleato, il caffè con olio extravergine di oliva; e nel contesto nostrano la prima apertura nel tempio del caffè espresso. Chi sarà il successore?
Niente segreti da sala del trono. La decisione è già presa: si tratta di Brian Niccol, già amministratore delegato di Taco Bell e Chipotle, il cui approdo alla corte della sirena a due code ha già causato un certo rumore. Tanto a Wall Street, dove i titoli di Starbucks hanno preso a ribollire di fermento, che tra gli stessi lavoratori.
Brian Niccol e il “trattamento speciale”
All’indomani dalla rivoluzione i titoli di casa Starbucks a Wall Street hanno messo le ali. Prima ancora del semaforo verde alle contrattazioni che precedono l’avvio degli scambi, infatti, hanno fatto registrare un aumento di addirittura il 10 per cento. C’è evidente fiducia, in altre parole, attorno a Niccol: lo dice la Borsa, ma lo dicono anche e soprattutto le condizioni in cui si troverà a lavorare.
Al nostro protagonista, stando a quanto lasciato trapelare, sarà infatti permesso di lavorare in remoto da Newport Beach, in California, a quasi duemila chilometri di distanza dal quartier generale di Seattle. Una concessione, se così vogliamo definirla, che pare contraddire le linee guida redatte da patron Schultz lo scorso marzo, quando obbligò i dipendenti Starbucks a presentarsi in ufficio almeno tre giorni a settimana. La mossa, all’epoca, fu accolta dal personale aziendale con qualche protesta.
Contraddizione che non è sfuggita nemmeno alla stessa azienda, rapida nel puntualizzare: “L’ufficio principale di Brian e la maggior parte del suo tempo saranno trascorsi nel nostro Centro di supporto di Seattle”, si è affrettato a sottolineare un portavoce di Starbucks in una breve dichiarazione al New York Post.
Il primo giorno di lavoro di Brian Niccol sarà il 9 di settembre, con Rachel Ruggeri, direttore finanziario, che nel frattempo terrà le redini dell’azienda come CEO ad interim. Staremo a vedere se, nel frattempo, i dipendenti costretti a rimanere in ufficio si organizzeranno in un nuovo fronte di protesta.