Starbucks dovrà risarcire un’ex manager con ben 25,6 milioni di dollari sulla scia di una controversia che si protrae da almeno cinque anni. Prima di avviare la nostra macchina del tempo e ripercorrere le tappe di questa particolare – e spinosissima – vicenda, è bene notare che la nostra protagonista non ha esitato a sostenere nella sua causa di essere stata licenziata “perché bianca” e per avere dato voce alle sue rimostranze circa la gestione da parte del colosso del caffè di quello che potremmo considerare “l’incidente scatenante”.
Starbucks ha licenziato una manager perché bianca?
Come accennato in apertura di articolo per avere una visione più completa di quanto accaduto ci tocca tornare indietro di qualche anno: siamo nel 2018, e la dimensione dell’internet viene invasa da una serie di video virali che mostrano due uomini neri venire arrestati in uno Starbucks di Filadelfia. Stando a quanto ricostruito, uno dei due avrebbe chiesto a un dipendente di usare il bagno anche se non aveva ancora acquistato nulla. Il dipendente in questione si è rifiutato e ha chiesto ai due di andarsene, senza tuttavia avere successo. A questo punto, un secondo dipendente avrebbe chiamato le forze dell’ordine, e il resto – come si suol dire – è storia.
L’intera vicenda sollevò un polverone mediatico esacerbato dalla testimonianza dei clienti presenti che a più riprese, evidentemente stupiti dal trattamento riservato ai due uomini, hanno affermato che il duo “non aveva fatto niente di male”; e obbligò Starbucks a correre ai ripari. La prima mossa furono le scuse ufficiali da parte dell’allora CEO Kevin Johnson, poi seguita da una chiusura generale di tutti e 8 mila i punti vendita negli Stati Uniti affinché i dipendenti potessero prendere parte a corsi di formazione sui pregiudizi razziali.
Ecco, qui è dove appare la manager nostra protagonista: Shannon Phillips – questo il suo nome – ricevette l’incarico di sospendere un manager distrettuale bianco che sovrintendeva ai negozi intorno a Filadelfia. Phillips, tuttavia, si rifiutò in quanto l’uomo in questione non era direttamente coinvolto nell’incidente e in ogni caso il negozio in cui è avvenuto l’incidente non rientrava sotto la sua responsabilità.
Ai piani alti di Starbucks non devono averla presa bene. Un anno dopo il rifiuto Phillips viene licenziata nonostante, stando alla sua testimonianza, avesse ricevuto un bonus solamente il mese prima e un suo superiore le avesse confidato che stava facendo un “lavoro eccezionale”. Il sospetto, puntualmente presentato in tribunale, dell’ormai ex manager era che il suo licenziamento fosse in parte legato al fatto che fosse bianca.
Starbucks ha naturalmente negato ogni accusa del genere, e sostenuto che le motivazioni che hanno portato al licenziamento di Phillips fossero l’incapacità di svolgere il suo lavoro e il rifiutarsi di capire la gravità effettiva della situazione. Le autorità giudiziarie, tuttavia, hanno emesso il verdetto: il colosso a stelle e strisce, come accennato, dovrà risarcire l’ex manager con 25,6 milioni di dollari.