Detto, fatto. Così come promesso durante il suo insediamento, il nuovo CEO di Starbucks, Laxman Narasimhan, ha lavorato per un giorno in uno store, accanto a baristi e manager. E dopo solamente un giorno di lavoro ha deciso che:
- le tazze costano troppo ed è il caso di comprarne di più economiche
- c’erano troppe combinazioni coperchi/tazze
- bisogna migliorare la catena di approvvigionamento perché mancano sempre alcuni ingredienti
Starbucks: cosa modificherà il nuovo CEO?
Il nuovo CEO aveva promesso che avrebbe lavorato a stretto contatto con i baristi per capire come migliorare l’azienda. E se non altro è stato di parola. Dopo aver sgomitato fianco a fianco con i baristi, ha rivelato che l’azienda deve comprare tazze più economiche. Inoltre deve anche ridurre drasticamente il numero di combinazioni di coperchi e tazze. Ha poi anche ammesso che il segmento delle bevande va forte, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione, ma che si potrebbe fare di più dal lato cibo.
Andando più nel dettaglio Narasimhan ha spiegato che, attualmente, hanno più di 1.500 combinazione fra tazze e coperchi. Bisogna dunque ottimizzare, creando un portfolio di tazze meno costose e più sostenibili, semplificando così anche il lavoro nei negozi.
Questo perché i negozi di Starbucks per il CEO sono come “teatri davanti e fabbriche dietro”. Ed è proprio la fabbrica che bisogna rafforzare. Questo perché il “teatro” è la zona dove i baristi interagiscono con i clienti: qui le prestazioni vanno bene, anche se di recente l’azienda ha annunciato l’intenzione di organizzare delle riunioni di “connessione” di due ore con i dipendenti, in modo da implementare proprio i rapporti con le persone.
Tuttavia le operazioni che non toccano direttamente i clienti, quindi quelle di approvvigionamento, la tecnologia e tutto il resto, devono essere migliorate. Per esempio, parlando proprio della catena di approvvigionamento, Narasimhan ha notato che ci sono diversi ingredienti e prodotti che sono esauriti. Quindi l’obiettivo è quello di acquistare in maniera diversa, migliorando questo aspetto. E magari riducendo i costi e migliorando la disponibilità delle materie prime.
Narasimhan ha anche aggiunto che il mondo in cui stanno operando si sta evolvendo, sottolineando anche la crescita internazionale soprattutto in Cina (qui l’azienda gestisce più di 6mila negozi). È arrivato dunque il momento di promuovere una mentalità più globale.
Al momento, però, Narasimhan non ha ancora parlato della questione sindacalizzazione: ora che non c’è più Schultz alla guida di Starbucks, qualcosa cambierà per i sindacati?