Starbucks: continua la protesta dei sindacati contro il CEO Howard Schultz

I sindacati di Starbucks continuano a protestare contro il CEO Howard Schultz, sempre a causa dei benefit contestati.

Starbucks: continua la protesta dei sindacati contro il CEO Howard Schultz

Non si placano le proteste dei sindacati contro il CEO Howard Schultz di Starbucks: nel mirino ci sono sempre i suoi commenti relativi al piano dei benefit. Secondo i sindacati, questi commenti equivarrebbero a “minacce illegali” e avrebbero avuto anche un “effetto agghiacciante” sulle votazioni sindacali.

Se ricordate, lo scorso 22 aprile il sindacato Starbucks Workers United aveva dichiarato al National Labor Relations Board che l’azienda, tramite le parole del CEO, aveva violato il National Labor Relations Act.

Schultz, infatti, il mese scorso aveva annunciato che l’azienda stava rivedendo il programma di benefici ai dipendenti, sottolineando che i benefit non potevano essere estesi anche ai locali sindacalizzati senza che venissero messi in campo negoziati separati per i lavoratori aderenti ai sindacati. In effetti, si era già capito che aria tirava quando una delle prime mosse fatte dal CEO quando è tornato alla sua vecchia posizione, è stato quello di sospendere subito il programma di riacquisto delle azioni dell’azienda per investire in benefit per i lavoratori.

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Secondo i sindacati, i commenti di Schultz in merito alla mancata erogazione dei benefit a chi aderisce ai sindacati, hanno influenzato negativamente la campagna di voto dei sindacati, con l’ovvia conseguenza che alcuni locali hanno ritirato il loro sostegno all’ultimo minuto, costando così la vittoria sindacale in una località della Virginia.

Dal canto suo l’azienda ha difeso le parole di Schultz, sostenendo che per poter estendere i nuovi benefit ai lavoratori iscritti al sindacato è necessario rispettare il processo di contrattazione. Secondo Reggie Borges, portavoce di Starbucks, per legge, qualsiasi nuovo benefit non può essere concesso unilateralmente ai locali che hanno votato per la sindacalizzazione durante le contrattazioni collettive.

Nel frattempo il sindacato di Starbucks ha presentato più di 80 denunce contro l’azienda per presunta violazione del diritto federale del lavoro, ottenendo da poco una vittoria quando l’azienda è stata costretta dal giudice a reintegrare tre lavoratori che erano stati licenziati dopo aver cercato di organizzarsi nei sindacati.