L’arena degli scontri tra i piani alti di Starbucks e i sindacati vede l’ingresso di un nuovo lottatore: si tratta di Bernie Sanders, senatore dello Stato del Vermont, che ha espressamente chiesto al CEO del colosso del caffè, Howard Schutlz, di interrompere quanto prima le rappresaglie contro i movimenti sindacalisti. Rappresaglie che, come abbiamo ampiamente avuto modo di raccontarvi, spaziano di fatto dal licenziamento illegittimo dei lavoratori iscritti ai sindacati fino all’offerta di una serie di vantaggi e benefit per quei dipendenti che, invece, avevano deciso di rimanerne fuori; e che sono condite da numerose dichiarazioni dello stesso Schultz che avevano lasciato intendere una chiusura assoluta nei confronti del movimento.
La lettera di Bernie Sanders
“Purtroppo e inaccettabilmente, Starbucks sta mostrando un gran disprezzo per quelle sono libertà fondamentali, e ha avviato un modello di risposta del tutto illegale” si legge nella lettera di Sanders indirizzata ai piani alti di Starbucks e a Howard Schultz in particolare. “Pertanto, vi esorto a fermare immediatamente la vostra campagna aggressiva contro i sindacati, risolvere eventuali violazioni esistenti e accuse pendenti e negoziare un contratto con i lavoratori che sia equo e giusto”.
Le trattative a cui il senatore del Vermont fa riferimento sono quelle intraprese negli ultimi mesi tra il colosso del caffè e i sindacati stessi, dove Starbucks ha preso l’abitudine di abbandonare le riunioni in quanto contrario all’utilizzo di piattaforme come Zoom. “Sono passati quasi 400 giorni da quando il primo sindacato di Starbucks è stato certificato dall’agenzia federale del lavoro, eppure lei e la sua azienda vi siete rifiutati di contrattare un primo contratto in buona fede” si legge ancora nella lettera.
“Signor Schultz, la mia richiesta è semplice: obbedisca alla legge” continua Sanders. “La smetta di chiudere i negozi filo-sindacali e cominci a reintegrare i lavoratori che sono stati licenziati per organizzazione sindacale”. Il senatore ha infine chiuso la sua missiva chiedendo alla società di rispondere a una serie di domande circa i suoi sforzi antisindacali entro il primo di febbraio.
L’intervento di Sanders mischia nuovamente le carte in tavola. Se i media a stelle e strisce raccontavano infatti di un apparente rallentamento della spinta sindacale che, animata dall’entusiasmo della novità, aveva costretto il colosso del caffè alle misure che abbiamo citato in apertura di articolo, l’entrata in gioco di un profilo rispettabile e di alto impatto mediatico come quello del senatore del Vermont potrebbe ispirare i dipendenti più indecisi a schierarsi dalla parte dei sindacati e rinvigorire il movimento.