Dobbiamo ammettere che di questi tempi è difficile parlare di Starbucks senza trascinarsi dietro un bagaglio più o meno ingombrante di polemiche – dalle proteste estive riguardanti il divieto di allestire le decorazioni per il Pride Month fino alle più recenti discussioni in tribunale circa le bevande alla frutta apparentemente prive di frutta -; ma a questo giro la cosiddetta pietra dello scandalo riguarda tutt’altro: una deroga al Regolamento Unesco, richiesta direttamente dal Comune di Bologna.
Ma tempo al tempo, e facciamo prima un piccolo passo indietro per affrontare la questione a modo: Starbucks, come avrete ormai intuito, apre a Bologna; e più precisamente lungo via D’Azeglio, prendendo il posto della libreria Mondadori. Fin qui nulla di particolarmente nuovo, a dire il vero: era da tempo, d’altronde, che le voci di corridoio parlavano dell’apertura del colosso a stelle e strisce nel centro storico del capoluogo emiliano; e ora sappiamo che l’inaugurazione dovrebbe di fatto ormai essere dietro l’angolo.
Starbucks a Bologna tra promesse e polemiche
Ancora qualche manciata di norme operative (un poco noiose, forse, ma necessarie quando si tratta di nuove aperture): il primo Starbucks in quel di Bologna si estenderà su di una superficie complessiva di circa quattrocento metri quadrati, senza alcun dehors sull’affaccio della strada, mentre il proverbiale taglio del nastro dovrebbe avvenire per le feste di Natale, anche se di fatto ancora non è stata fatta trapelare una data precisa e ufficiale.
Ancora qualche dettaglio? Starbucks a Bologna non si limiterà alla vendita di caffè, frappuccini, bevande a base di cioccolato e di olio di oliva, tè caldi e freddi, muffin, biscotti e chi più ne ha più ne metta; ma pare voglia inserirsi appieno nel tessuto culturale e sociale della città proponendo – stando a quanto lasciato trapelare fino a ora – eventi musicali, mostre d’arte e laboratori didattici in collaborazione con le stesse autorità comunali.
Proprio il Comune di Bologna, tuttavia, è protagonista della controversia che maggiormente ha innescato le polemiche dei cittadini: se naturalmente è sempre presente e nutrita la frangia della popolazione, locale ma anche nazionale, che nell’approdo del colosso a stelle e strisce intravede una grossolana minaccia alla tradizione del caffè italiano; il coro dei malcontenti è infatti soprattutto rivolto alle scelte dell’amministrazione comunale; che pur di permettere a Starbucks il suo ingresso nel centro cittadino avrebbe concesso una deroga al Regolamento Unesco che limita la presenta di attività commerciali tra le vie dei centri storici.