Bisogna ammetterlo, ci eravamo sbagliati. Avevamo frainteso le posizioni antiscientifiche di Francesco Lollobrigida nei confronti della carne coltivata come una posizione ideologica e ottusa, e invece il ministro dell’agricoltura ha una visione futuribile per il Made in Italy che va ben oltre il più fantascientifico ottimismo: “arriveremo sulla luna e su altri pianeti senza rinunciare al grano dei nostri agricoltori”, insomma, là dove nessuno è mai giunto prima.
Pasta nello spazio
Dichiarazioni fatte durante una diretta del Tg1 con il colonello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei in collegamento dalla Stazione Spaziale Internazionale, in cui il ministro ha messo in evidenza come quelle della Space Economy siano sfide da affrontare “senza rinunciare alla qualità”, compiaciuto dalla scelta dell’astronauta nostrano di portare della pasta in orbita. D’altronde quella della cucina in assenza di gravità è una questione affrontata da chef del calibro di Alain Ducasse e Davide Scabin, e non si sa mai che si ritrovino della farina d’insetti nel piatto o, peggio, delle proteine alternative, che se non si fanno in Italia è giusto che non le faccia nessuno.
Una larghezza di vedute evidentemente non condivisa da sinistra e opposizione, soprattutto da Matteo Renzi: “vuole lanciare la pasta italiana nell’iperuranio. Fantastico. E mentre il Governo si vuol fare due spaghi nello spazio, qui, sul pianeta Terra, Lollobrigida e la cognata hanno appena aumentato le tasse agli agricoltori: 248 milioni di euro di tasse in più da pagare, Irpef agricola.” Ma Lollobrigida, con lo sguardo alle stelle e i piedi ben saldi sulla terra, non le manda a dire.
“Sinistre cresciute a Champagne”
“Le sinistre e alcuni giornalisti cresciuti a champagne ci deridono perché non perdiamo occasione per promuovere i nostri prodotti e ringraziare i nostri agricoltori, pescatori, artigiani e imprenditori. Del resto, nei loro salotti e nelle loro redazioni l’odore di letame non arriva”. Queste le parole che il ministro affida ai social per esprimere il suo disappunto in un lungo sfogo. Per lui chi lo attacca non ha la minima idea di cosa sia il lavoro nei campi, “Pensano che la carne che mangiano, quando non la disprezzano per seguire le mode più avanzate, nasca nel frigorifero del supermercato” e trova sostegno anche nella retorica à la Vannacci “Hanno capovolto il mondo con i loro sproloqui intrisi di greenwashing”.
È certo, d’altronde, che il popolo invece capisca i suoi sforzi “ripareremo noi i danni che hanno creato, con umiltà e pazienza, e ogni sorriso che incontreremo nelle piazze, nelle fabbriche e nei campi, ci ripagherà per aver sopportato tutte le parole e i fiumi d’inchiostro intrisi di livore di questi poveri, miopi benpensanti”, e vorrà affidarsi a lui per portare i frutti delle proprie fatiche fin su altri pianeti.