Le famiglie dello Sri Lanka stanno affrontando la peggiore crisi economica degli ultimi anni, che ha contagiato anche i prezzi dei beni di prima necessità, con aumenti che riguardano anche il cibo e il carburante. A dare il colpo di grazia all’economia locale, le cui finanze pubbliche sono storicamente deboli, ci hanno pensato i due anni di pandemia da Covid che hanno fatto a pezzi l’industria del turismo e le rimesse estere.
Il Paese si trova così con riserve estere di soli 2,31 miliardi di dollari (dati relativi a febbraio) e con debiti da saldare che invece superano i quattro. Una crisi di liquidità che, di conseguenza, ha innescato anche una carenza di merci. Dopo mesi di tentata resistenza, il governo dello Sri Lanka ha dichiarato che avrebbe avviato i colloqui con il Fondo monetario internazionale (FMI) per uscire dalla crisi, oltre a rivolgersi a India e Cina per ulteriore assistenza.
Per i comuni cittadini, nel frattempo, le più semplici faccende quotidiane sono diventate un calvario. Thusitha Hadaragama, che lavora come autista nella capitale commerciale dello Sri Lanka portando a casa uno stipendio di 50 mila rupie (circa 180 dollari), è stato intervistato da Reuters mentre tentava di fare un po’ di spesa. “I prezzi sono aumentati di nuovo” ha commentato. “Dovremo mangiare la metà di quello che mangiavamo prima”.