È spuntato un maiale a piazza Montecitorio a Roma. Non uno vero, ma una gigantesca riproduzione di cartapesta che Greenpeace ha piazzato con nonchalance sotto il naso della Camera dei Deputati per richiamare l’attenzione su una proposta di legge presentata più di un anno fa e, a quanto pare, mai davvero discussa. “Onorevoli non potete più ignorarmi”, declama il fianco dell’animale, mentre un cartello davanti a lui recita “Chiedo una legge per andare oltre gli allevamenti intensivi“. Ed è proprio questo il nome della proposta di legge presentata un anno fa da Greenpeace insieme ad altre associazioni.
Cosa chiede il maiale
Il maiale in cartapesta di Greenpeace è tornato. È lo stesso che l’associazione ambientalista aveva portato davanti al Ministero dell’Agricoltura nel 2019, per richiamare ancora una volta l’attenzione sulla stessa problematica che anche oggi mette in luce: gli allevamenti intensivi. La richiesta, adesso, è ancor più che chiara e specifica: riprendere in mano la proposta di legge depositata in parlamento un anno fa e trasformarla in qualcosa di concreto. “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia” è il documento presentato da Greenpeace Italia, ISDE – Medici per l’ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia. Il testo era stato appoggiato da diversi parlamentari e co-firmato anche dalla deputata Michela Vittoria Brambilla.
Simona Savini di Greenpeace Italia si piazza davanti all’animale e racconta: “Questa scultura davanti a Montecitorio è per dimostrare che il problema degli allevamenti intensivi è enorme e non è più possibile più ignorarlo. È un sistema che mette a rischio la salute delle persone, inquinando aria e acqua. Un sistema che crea atroci sofferenze animali e divora risorse naturali e agricole per produrre mangimi. […] Chiediamo alle forze politiche oggi di tirar fuori questa proposta dai cassetti e di avviare una discussione seria e democratica per un futuro che non sia più basato su maxi allevamenti intensivi, ma su piccole aziende ecologiche“.