Cosa ci fa dello spumante nelle profondità del mar Artico? Semplice: stava invecchiando. Non si tratta di uno scherzo, bensì di un progetto che ha visto collaborare insieme la Rathfinny Estate dell’East Sussex con la compagnia di navi da crociere norvegese Hurtigruten. In pratica l’esperimento ha testato cosa sarebbe successo se una partita di spumante fosse messa a invecchiare nelle profondità gelide del mar Artico. Così, dopo sei mesi, per la prima volta in assoluto è stato stappato il primo spumante invecchiato nel mar Artico.
Spumante invecchiato nel mar Artico? Si può fare
Il nome del progetto è Havets Bobler (che tradotto vuol dire “Bolle dal mare”). Da più di un anno, ormai, era in cantiere, ma adesso ha visto la sua parziale conclusione con la degustazione delle prime bottiglie invecchiate nel mar Artico.
In pratica 1.700 bottiglie di spumante sigillate con tanto di ceralacca del Rathfinny’s Classic Cuvée 2018 sono state messe a invecchiare a 30 metri sotto la superficie dell’oceano, al 66° nord, quindi poco meno della latitudine del circolo polare artico.
Le bottiglie sono state lasciate lì a invecchiare poi per sei mesi, scaduti i quali si è proceduto con la degustazione. L’idea di base di questo progetto era che le costanti condizioni di temperatura (si parla di un ambiente che è praticamente sempre intorno ai 5°C), la pressione e la relativa mancanza di luce a quelle profondità potessero creare le condizioni ideali per far maturare in bottiglia le bollicine inglesi.
Passati i sei mesi, poi, non è restato altro che degustare il vino. La cerimonia di recupero delle bottiglie si è tenuta a Sandnessjøen, lo scorso 12 maggio. L’alcolico e prezioso carico è stato dragato nelle gelide profondità e poi è stato stappato.
Nikolai Haram Svorte, il vincitore del premio come Miglio sommerlier norvegese 2023, ha avuto l’onore di aprire una bottilia con la sciabola, assaggiando così quello spumante proveniente dalle profondità marine (alla luce di tutto ciò ora la canzone “In fondo al mar…” assume tutto un altro significato). Svorte ha descritto il momento come “l’inizio di qualcosa di assolutamente eccitante”.
Secondo Svorte, dopo soli sei mesi immerso nelle acque artiche, ecco che questo metodo di invecchiamento dello spumante ha fatto sì che il vino rimanesse vibrante e in ottime condizioni, rallentandone delicatamente la maturazione.
Svorte ha ammesso che si aspettava di assaggiare uno spumante che gli desse una sensazione in bocca più rotonda, con bollicine più morbide. Invece, con sua grande sorpresa, lo spumante ha conservato molta più freschezza di quanto si aspettasse. Ha parlato di rinfrescanti toni agrumati con un finale minerale salato, come un’ostrica: per questo motivo, per lui, questo esperimento intrigante è stato un successo, confermando che le profondità artiche sono un ambiente unico e ideale per conservare e invecchiare lo spumante.
Mark Driver, co-fondatore di Rathfinny Estate insieme alla moglie Sarah, ha dichiarato che sono stati entusiasti di essere coinvolti in questo progetto e che ritengono che l’invecchiamento del vino un un ambiente così fresco e buio abbia molti meriti. Ha poi specificato che al suo palato, tale invecchiamento sembrava arrestare lo sviluppo del vino sotto tappo, mantenendolo fresco ed esibendo notevoli note fruttate.
Per questi motivi ha spiegato che sarà interessante ora provare a invecchiarlo per più di sei mesi. Il prossimo lotto di vino, infatti, verrà collocato sul fondo del fiordo durante l’estate e sarà lasciato a invecchiare più a lungo. Ah, se volete assaggiare questi vini potrete farlo partecipando a una crociera sulle navi Hurtigruten visto che saranno serviti a bordo durante le celebrazioni per il 130esimo anniversario dell’azienda.
[Crediti Foto | Kristian Dale]