In media gli italiani sprecano 31 chilogrammi (ok, a essere precisi sono 30,956) di cibo l’anno, che equivalgono a un aumento del 15% rispetto ai dati 2021. Sul territorio nazionale la maglia nera dello spreco alimentare va al Sud, che butta via il 18% in più rispetto alla media italiana, e per le famiglie senza figli (+12%).
È quanto emerge dal rapporto “Il caso Italia” (nome un po’ minaccioso, lo ammettiamo) redatto da Waste Watcher International per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna. Tornando ai numeri, in soldoni il nostro spreco vale circa 7,37 miliardi di euro, equivalenti a 1.866.000 tonnellate di cibo; e questo senza aggiungere i dati della filiera – produzione, distribuzione e commercio – che fanno gonfiare il valore fino a quasi 10 miliardi e mezzo.
Secondo il parere di Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, l’aumento dello spreco è da ricercare nel ritorno alla vita sociale (seppur in convivenza con il virus). “L’Italia resta comunque la nazione più virtuosa nel ‘G8’ dello spreco” spiega però Segrè “che vede i russi a quota 672 grammi settimanali, gli spagnoli a 836 grammi, i cittadini inglesi a 949 g, i tedeschi a 1081 g, i canadesi a 1144 g, i cinesi a 1153 grammi e in fondo i cittadini statunitensi che ‘auto-denunciano’ lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Tuttavia guardando anche alla tipologia dei prodotti che sprechiamo (frutta, verdura, pane…) è evidente che dobbiamo fare ancora molta strada per ridurre lo spreco e migliorare la nostra dieta alimentare”. Sapevate, inoltre, che noi italiani siamo quelli a usare meno le app per la gestione delle scadenze del cibo?