Voi spendereste di più per inserire nella vostra spesa cibi a chilometro zero? No? Male, anche perché allora non rientrate nella maggioranza degli Italiani disposti a farlo, corrispondente all’88% degli intervistati dal Rapporto Coldiretti-Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, a Roma.
Quasi nove Italiani su dieci sono infatti pronti a pagare di più per il cibo sostenibile che non inquina, prodotto con logica da economia circolare, mentre l’83% è disponibile a sborsare più soldi per comprare prodotti tracciabili. Sette Italiani su dieci (il 73%) sono invece alla ricerca di specialità regionali, o comunque provenienti da territori specifici. Insomma, il cibo sano, vicino, tracciabile sembra essere ormai entrato nelle abitudini alimentari nazionali.
È il territorio, l’italianità a fare da padrona e a muovere le scelte d’acquisto dei compratori Italiani: per la metà degli intervistati è infatti una componente decisiva per la scelta del marchio da comprare, così come lo è una buona “social reputation”, segnalata dal 90% dei consumatori come componente importante. Dunque, non solo local, tracciabile e sostenibile, ma anche ben posizionato sul web, riconoscibile e identificabile come “buono”. E anche green, vista la sempre crescente attenzione dei consumatori – anche Italiani – nei confronti di questo tipo di tematiche.