Il carrello della spesa green sale al valore record di 10 miliardi per effetto dell’aumento del 7,6% degli acquisti con gli italiani che scelgono sempre più spesso prodotti che fanno riferimento all’ambiente dal “sostenibile” al “riciclabile”, dal “biologico” al “100% naturale”.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati dell’Osservatorio Immagino relativi al 2020 diffusa in occasione dell’apertura del Sana di Bologna, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale.
Una svolta spinta dall’emergenza Covid con più di un abitante del Belpaese su quattro (27%) che nel tempo della pandemia acquista più prodotti ecofriendly rispetto a prima. “Un trend reso possibile dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – l’Italia è diventata il Paese più green d’Europa grazie alla leadership per numero di aziende agricole impegnate nel biologico nella Ue e alla più grande rete di mercati contadini di vendita diretta a km zero”.
“Acquistare prodotti a chilometri zero – ricorda Coldiretti – è un sostegno all’economia e all’occupazione locale ma anche un segnale di attenzione al proprio territorio e alla tutela del paesaggio e dell’ambiente, con un impatto anche sulla riduzione dello spreco alimentare perché i cibi in vendita sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio”.
“In un Paese come l’Italia che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico occorre approvare subito la legge nazionale che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che Il provvedimento sostiene tra l’altro anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. Un passo importante per dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy – conclude Prandini – dinanzi all’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei”.