Il Coronavirus ha cambiato le abitudini di spesa degli italiani: è boom di vendite per la carne in scatola. Secondo i dati Nielsen, la carne in scatola ha fatto registrare un +55% in media nelle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
La carne in scatola finisce così nel rientrare fra i comfort food. Ma perché gli italiani hanno scelto proprio la carne in scatola? La risposta arriva da Carni sostenibili, un’associazione no profit che supporta la produzione sostenibile e il consumo consapevole di carni e salumi e da Susanna Bramante, esperta di nutrizione.
Al di là del valore nutrizionale della carne in scatola (si configura come un alimento completo in quanto è ricca di proteine, povera di grassi, poche calorie e contiene vitamina del gruppo B e sali minerali), in questo periodo la carne in gelatina va per la maggiore per il motivo che può essere conservata a lungo.
L’effetto Coronavirus sulla spesa si è tradotto in una smania di scorte, il che vuol dire comprare cibi non deperibili sul breve periodo, ma che possano essere conservati a lungo.
La carne in scatola si sposa bene con questa tendenza: non va conservata in frigo e può durare anche 3-4 anni. Questo perché i processi di sterilizzazione a pressione per 3 minuti a 121,1 gradi centigradi permettono di garantire un prodotto sicuro sul lungo periodo, mantenendo però le caratteristiche organolettiche del prodotto. La carne in scatola, poi, si presta anche a fare diversi piatti unita soprattutto a verdure, sughi o polenta.