A Parma la distribuzione dei buoni spesa previsti dal Governo per aiutare le famiglie bisognose è subordinata alla clausola dell‘antifascismo. Cioè: se ripudi il fascismo puoi accedere all’aiuto, altrimenti ti metti in coda. È una delle discusse iniziative locali legate alla distribuzione dei 400 milioni annunciati dal premier Giuseppe Conte per la spesa dei cittadini in difficoltà.
Il presidente del Consiglio aveva deciso di farle distribuire direttamente ai comuni, che sono le sentinelle e i primi recettori dei bisogni dei cittadini, ma questo sta causando qualche problema in una gestione univoca del provvedimento. A Ferrara, ad esempio, si è deciso di dare precedenza agli Italiani.
E a Parma agli antifascisti: per procedere alla richiesta dei buoni spesa, tra le altre cose, bisogna dichiarare “di ripudiare il fascismo, il nazismo” e “di non professare e fare propaganda di ideologie xenofobe, razziste, sessiste” o “compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’utilizzo di simbologie o gestualità ad essi chiaramente riferiti”.
A notare questa cosa e a sollevare la polemica contro il sindaco di Parma Federico Pizzarotti sono stati gli esponenti locali di Fratelli d’Italia e di CasaPound Italia.
[Fonte: Giornalettismo]