In occasione dell’evento Techagricolture meeting Italia tenuto a Napoli in questi giorni il Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli è intervenuto per puntare ancora una volta il dito contro i fenomeni speculativi che negli ultimi mesi hanno spinto a cifre astronomiche i prezzi del grano. Se è pur vero che i due Paesi impegnati attivamente nel conflitto in corso sono tra i maggiori produttori mondiali, Patuanelli ha infatti sottolineato come il problema non sia legato alle quantità o alle scorte (tanto che, di fatto, stiamo ancora vendendo il raccolto dell’anno scorso) ma alla speculazione in atto.
Un discorso che di fatto riprende la denuncia di circa due mesi fa, quando lo stesso Patuanelli definì “incomprensibili” gli aumenti del prezzo del grano, ma che stavolta si arricchisce di un’ulteriore denuncia verso l’Europa che, riportando le parole del Ministro, “deve fare certamente di più”, magari proprio partendo dal garantire “una piena trasparenza dei mercati” e la capacità “di valutazione degli stoccaggi per capire quanto materiale c’è”. Facendo invece riferimento al discorso dell’aumento delle produzioni degli Stati membri, il Ministro ha spiegato che, a suo parere, la miglior linea d’azione sia quella di ragionare su una capacità europea complessiva “perché all’interno dell’Europa le regole del mercato comune consentono un facile trasferimento delle merci”.
Patuanelli ha inoltre sottolineato la necessità di una ” tranche di debito comune per consentire agli stati membri di affrontare il tema del rincaro delle bollette e delle materie prime”; mentre, riferendosi allo stop del PIL legato alla crisi internazionale in atto, ha evidenziato l’importanza di “mettere in campo tutte le risorse necessarie per sostenere per sostenere le aziende. Ad oggi abbiamo fatto tutto quello che potevamo senza scostamento di bilancio” ha poi continuato “e credo che non si debba pensare in assoluto che lo scostamento sia un male. Penso che il rischio di uno scostamento sia inferiore a quello di perdere interi settori produttivi o di portare le persone alla soglia di povertà”.