Andiamo in Spagna perché qui il ministro del Consumo Alberto Garzon ha chiesto ai cittadini di mangiare meno carne per limitare la crisi climatica.
Secondo il ministro, gli spagnoli hanno bisogno di rendersi conto dell’enorme impatto che il consumo di carne, con particolare riferimento a quella bovina nei grandi allevamenti industriali, ha sull’ambiente. Da qui nasce la necessità di cambiare le abitudini alimentari.
Garzon ha spiegato al Guardian che gli spagnoli conoscono il ruolo che i gas serra svolgono nel cambiamento climatico, ma tendono a collegarlo solamente alle automobili e ai trasporti. Solo di recente si è cominciato a guardare all’impatto che la produzione di carne bovina ha sull’ambiente. E ammette che mentre altri paesi sono piuttosto avanti per quanto riguarda questa tematica (quasi la metà degli europei ne ha ridotto il consumo), ecco che finora in Spagna è stato un tabù.
Secondo il ministro, la Spagna è molto vulnerabile ai cambiamenti climatici soprattutto a causa della geografia del paese. Se non si agisce subito, oltre al cambiamento climatico bisognerà anche affrontare l’inquinamento e la perdita della biodiversità.
Il ministro ha poi ricordato che la desertificazione è un problema molto serio per la Spagna, soprattutto perché è una nazione che dipende molto dal turismo: visitare un deserto potrebbe non essere così attraente come visitare la Costa del Sol.
Garzon ha poi spiegato che gli spagnoli non devono smettere del tutto di mangiare la carne, devono solo mangiarne di meno e di buona qualità. Meglio dunque mangiare carne di allevamento estensivo che è ecologicamente sostenibile rispetto a mangiare carne di bassa qualità di mega allevamenti industriali che inquinano il suolo e l’acqua. Oltre a maltrattare gli animali.
Il ministro ha poi snocciolato qualche dato: lo spagnolo medio mangia più di 1 kg di carne a settimana, nonostante l’agenzia alimentare del paese raccomandi di mangiare fra 200 e 500 grammi di carne a settimana. Inoltre la Spagna è il paese UE che mangia più carne in assoluto, macellando ogni anno 70 milioni di maiali, mucche, pecore, capre e cavalli per produrre 7,6 milioni di tonnellate di carne.