Rapporto particolare, tra lo Stivale e la pesca. Si tratta di un settore che, vuoi per prova di realtà o vuoi per più vaga questione semiotica, associamo molto all’idea di tradizione che arricchisce il già traboccante bagaglio del più importante discorso nazionale (il cibo: il calcio è secondo a distanza di centimetri), ma che a oggi è in continua emorragia di giovani pescatori. Poi beh, c’è la questione della pesca a strascico, con l’Italia che è l’unico Paese europeo a difenderla… E ora questa curiosa storia che vede quasi un terzo degli italiani convinti che i pesci non provino dolore. Ma da dove arriva?
A portare la notizia è un sondaggio condotto da Sapiance e pubblicato da Compassion in World Farming e Eurogroup for Animals, pensato per sondare l’idea del popolo di nove Paesi europei per quanto concerne il benessere dei pesci da allevamento. L’Italia, badate bene, se l’è cavata alla grande: il 94% degli intervistati vuole maggiore tutele, e a ragion veduta. Ci sono altri dati, però, che lasciano un po’ sbigottiti.
Com’era la storia degli animali senzienti?
Il sentimento che tra le maglie degli allevamenti ci sia parecchio spazio per alzare l’asticella del benessere animale è comprensibilmente (ve lo ricordate il salmone zombie?) e ampiamente condiviso, come abbiamo visto. Il 47% degli italiani intervistati, però, ha dimostrato una scarsa conoscenza delle attuali pratiche di acquacoltura. Qualche esempio?
Il 63% non sapeva che la percentuale di pesci che muore negli allevamenti è molto più alta di quella degli animali terrestri allevati a scopo alimentare; il 66% non era consapevole che la maggior parte dei pesci allevati non viene stordita prima della macellazione, mentre il 75% ritiene che lo stordimento dovrebbe essere obbligatorio per legge. Poi c’è la questione del dolore e delle emozioni.
Il 73% degli italiani pensa che i pesci provino dolore; e appena il 61% pensa che si tratti di esseri intelligenti. A onore del vero vale la pena notare che le rispettive medie europee sono ancora più base: 71% e addirittura 51%.
Numeri che inevitabilmente riportano alla mente una delle più famigerate dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ventilò una lettura secondo cui gli animali non sarebbero esseri senzienti. Niente paura, però: in realtà Lollobrigida si corresse dopo appena una manciata di giorni, spiegando che per una testimonianza del benessere degli animali basta chiedere direttamente a questi ultimi. Ecco spiegato il problema dei pesci, dunque: parlare sott’acqua ci esce complicato, mannaggia.