In questa fase di lockdown, che in Italia dovrebbe parzialmente rientrare a partire dal 4 maggio, ancora in pochi hanno ben chiaro il concetto di prodotti o servizi essenziali. Per questo motivo a Singapore il governo ha deciso di interrompere produzione e vendita di generi alimentari ritenuti non vitali, come snack, cioccolato, dolci, gelato, e bubble tea per contrastare il coronavirus.
E mentre in diversi Paesi negozi di liquori continuano a restare aperti, Singapore ha intenzione di chiudere anche quelli. E nemmeno l’acquisto online potrà salvare le sorti del cibo spazzatura, visto che il Ministero del Commercio e dell’Industria ha rilasciato una comunicazione nella quale afferma che “la vendita al dettaglio online di prodotti alimentari può avvenire solo se possono essere soddisfatte dalla cucina centrale autorizzata, dall’impianto di produzione o dal magazzino dello stabilimento di alimenti e bevande”.
E a dare il “colpo di grazia” la chiusura dei produttori di cioccolato, prodotti di cioccolato, patatine, crackers, gelati, cacao, dolciumi non al cioccolato come dolci e gomme da masticare, torte e confetteria.
Il primo caso accertato di coronavirus a Singapore risale al 23 gennaio e per due mesi, fino al 20 marzo, il numero di contagi nel Paese è rimasto sempre molto basso e sotto controllo. L’emergenza pare però essersi inasprita in questi giorni, con centinaia di contagi al giorno, a tal punto che dall’8 aprile il governo ha deciso di chiudere le scuole e imporre l’uso della mascherina. Al momento sull’isola sono oltre 9 mila i casi di positivi al covid-19.