Anticipa le tendenze in almeno 4 filiere: gelateria, pasticceria, panificazione artigianale e caffè.
E continua a mietere record d’affluenza, quest’anno sono stati 209mila i visitatori che hanno affollato il quartiere fieristico di Rimini, con i padiglioni sold out in tutti i 129mila metri quadrati.
È Sigep, ovviamente, edizione numero 39 del salone internazionale, che si è svolta dal 20 al 24 gennaio. Ecco cos’avete perso se non siete riusciti a venire.
Per cominciare, abbiamo visto stand molto curati, in particolare quelli delle aziende di arredamento, tutte con i loro bravi testimonial, compresi i cugini di Casa Infante, da Napoli con furore per presentare il loro progetto franchising: friggere i baba.
Senza rivali nell’attribuzione del titolo di “re dei selfie”, Alessandro Borghese, testimonial per un paio di aziende, ha toccato con mano il successo televisivo di Quattro Ristoranti.
Iginio Massari, invece, ha fatto categoria a sé. Gli onnipresenti. Talmente ubiquo da far sospettare la presenza di sosia sguinzagliati ai 4 angoli del salone.
Arzillo più che mai, nonostante le 75 primavere, in procinto di sbarcare a Milano con la sua pasticceria all’interno di una filiale Banca Intesa, al Sigep è stato conteso da un numero imprecisato di aziende.
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Incalcolabile la quantità di concorsi e showcooking ai quali ha presenziato, non si è fatto mancare nemmeno i casting per The Sweetman, il suo talent televisivo. Per il re dei pasticcieri italiani Sigep è una specie di gerovital.
Capitolo tendenze e novità. Mentre il trend salutistico continua a tirare, intelligenza artificiale e robotica si sono prese la scena. Protagonista il robot gelatiere che distribuiva coni e coppette dietro il bancone, o i futuribili distributori automatici di gelato made in Cina.
“Software gestionale” è stata la parola d’ordine tra i ristoratori, spaventati dai margini sempre più risicati, e preoccupati di tenere costi e ricavi sotto controllo per restare competitivi.
Come ogni due anni si è svolta la coppa del mondo di gelateria, che ha visto trionfare la Francia, favorita, seguita sul podio da Spagna e Australia.
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Le squadre in gara erano 12, ognuna guidata da un capitano e composta da gelatiere, pasticcere, chef e scultore di ghiaccio, che si sono sfidati in diverse prove per arrivare al risultato finale.
C’eravamo anche noialtri nella giuria stampa incaricata di votare i migliori gelati gastronomici (fatti con ingredienti salati), categoria che ha visto prevalere il Giappone con un ottimo gelato alla senape abbinato a tre finger food.
Gli altri gelati gastronomici erano: di nuovo senape per gli Stati Uniti, aglio nero per l’Australia, aragosta per la Francia, addirittura nero di seppia e acciughe per l’Ucraina. Rivedibile, per così dire.
A ogni edizione del Sigep partecipa una pattuglia di aspiranti gelatieri attirata dall’idea di aprire la propria gelateria. La via più semplice, pensano in molti, è quella di affiliarsi a un marchio famoso.
Di conseguenza, nutrita è la presenza delle catene di gelaterie che propongono varie formule di franchising. Ma per la prima volta, tra i padiglioni del salone, si è visto il marchio oggi più popolare, per quanto discusso dagli intenditori, ovvero la Romana, con un design rinnovato anche negli arredi.
Debutto al Sigep anche per Grom, oggi proprietà della multinazionale Unilever, presente nello stand di un’azienda di frigoriferi.
Parlando di eventi riservati al gelato, al Sigep è stata presentata la nuova edizione del Gelato Festival che si fonde con le selezioni di Gelato World Tour radunando nell’arco di tre anni (finalissima in Italia nel 2021) 5000 gelatieri da ogni parte del mondo
Si farà anche Gelato Revolution, il futuro del gelato è qui, per la precisione a Firenze (mercoledì 16/05 Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, da giovedì 17 a sabato 19/05 allo Zap nel chiostro di Santa Maria Maggiore) con Simone Bonini della gelateria Carapina come direttore artistico.
Le farine si sono ritagliate spazi sempre più numerosi tra i padiglioni del Sigep come nelle dispense degli italiani, un po’ triste invece nel campo dei lievitati la presenza diffusa dei semilavorati e dei prodotti surgelati.
Partecipazione massiccia delle principali aziende di caffè, presenti per lo più, al netto dei consueti testimonial, con progetti legati alla formazione dei baristi.
Infine, nel mondo del cioccolato, si parla quasi esclusivamente di bean to bar, produzione in proprio, dalle fave di cacao alle tavolette finite, con impianti che diventano più piccoli e accessibili nel prezzo.
Anche se, visto il fatturato ridotto della produzione artigianale italiana, ripagarsi l’investimento resta ancora un problema.
[Immagini; Andrea Soban]