Siccità, tagli anche per l’olivicoltura: si stimano cali produttivi del 30%

La morsa della siccità stringe anche l'olivicoltura italiana: Cia stima un calo produttivo del 30% su base annua.

Siccità, tagli anche per l’olivicoltura: si stimano cali produttivi del 30%

Negli ultimi tempi non abbiamo certo fatto mistero delle conseguenze della morsa della siccità sul patrimonio produttivo dell’agricoltura (o degli allevamenti) italiana: vi abbiamo parlato dei tagli ai raccolti di cereali, miele, vongole e perfino vino – una carrellata di cali che restituisce una chiara situazione di emergenza. Situazione che, di fatto, interessa anche l’olivicoltura: le prime stime di Cia-Agricoltori Italiani indicano un calo produttivo del 30% su base annua nelle principali regioni del Sud Italia, e questo nonostante l’olivo sia una pianta tradizionalmente resistente alla siccità.

siccità

Le temperature insolitamente alte nel periodo di fioritura a maggio e la carenza idrico nella fase di accrescimento a luglio, infatti, hanno creato la condizioni per un’annata particolarmente sfavorevole, la cui severità si è rivelata eccessiva anche per la naturale resistenza dell’olivo. La stessa pianta, infatti, per tutelarsi da queste condizioni, ha sacrificato una parte della sua produzione: molti agricoltori indicano con preoccupazione ai frutti secchi tra il fogliame, e perfino le olive più cresciute mostrano i segni dello stress idrico. Si teme, inoltre, l’imperversare della mosca olearia, che in fase di pre-raccolta in autunno potrebbe danneggiare ulteriormente la quantità e la qualità delle produzioni.

La soluzione? Secondo Cia è necessario progettare “invasi e infrastrutture idriche moderne, oltre a una migliore gestione del suolo, con tecniche volte al contenimento delle perdite idriche”. Importante ricordare, infatti, che la produzione italiana incide per il 15% su quella mondiale – un ruolo da protagonista che tuttavia va tutelato con cura.