Non è un segreto che i fiumi dello Stivale siano ai minimi storici: il Po subisce la risalita del cuneo salino, l’acqua del Tevere è così ferma da sembrare una palude. Insomma, siccità e crisi idrica non sono certo una novità – di fatto se ne parla già dai primi di marzo -, e di fatto c’è la necessità di ricorrere a soluzioni definitive e innovative per ovviarvi quanto prima. In questo contesto, il progetto proposto da Webuild potrebbe proprio fare al caso nostro: si tratta di un’iniziativa che prevede la costruzione di una serie di desalinizzatori che producono acqua potabile traendola, di fatto, da quella del mare.
Quella proposta da Webuild potrebbe davvero essere – e qui permetteteci di essere un poco ottimisti, che tra pandemia, guerra e siccità pare veramente di essere finiti tra le Piaghe d’Egitto – una soluzione pressoché definitiva alla scarsità d’acqua che, in particolare negli ultimi anni, ha preso ad attanagliare l’Italia, con drammatiche conseguenze sull’agricoltura e sui prezzi dei prodotti alimentari.
“La nostra controllata Fisia ha già realizzato la maggior parte degli impianti di dissalazione in funzione nel Medio Oriente, rendendo possibile la vita in città strappate al deserto come Abu Dhabi o in città ad alto consumo di acqua come Dubai” ha sottolineato a tal proposito Pietro Salini, amministratore delegato del gruppo di costruzione: la sua proposta è quella di finanziare il progetto in questione “anche facendo ricorso a risorse del PNRR”.