La siccità comanda urgenza. Definirla un fulmine a ciel sereno sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di quanto già sperimentato lo scorso anno: fiumi ridotti a un rivolo, campi con la terra spaccata, intere colture – basti pensare al riso – mutilate dalla morsa della crisi idrica. L’emergenza si è trascinata sul suo ventre polveroso fino ai giorni nostri, attraversando un inverno avaro di neve e peggiorando situazioni – come quella del fiume Po – che versavano nella criticità già da diverso tempo.
Le risposte? Tavoli di discussione, cabine di regia, un miliardo di euro in arrivo “nei prossimi mesi”. Il che, per carità, fa ben sperare; ma considerando che l’arco estivo è ormai dietro l’angolo e la crisi idrica è più profonda che mai, concedeteci il timore che gli ingranaggi della burocrazia finiscano per ostacolare ulteriormente un intervento già di per sé in ritardo.
Siccità: il miliardo di euro in arrivo e le cabine di regia
Ci stiamo riferendo a quanto annunciato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, recatosi in Piemonte – una delle regioni più colpite dall’emergenza idrica, con diversi comuni che versano in uno stato di criticità assoluta – assieme al suo omologo per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e intervenuto al convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari (Anbi). Le promesse sono quelle già elencate: un nuovo tavolo per discutere della pioggia che non cade dal cielo e “più di un miliardo di euro nei prossimi mesi”.
“Come ministero stiamo sbloccando finanziamenti per progettare dighe e invasi, stiamo investendo molto per ridurre la dispersione idrica, perché salvare l’acqua è lavoro, ricchezza, salute e tutela dell’ambiente” ha spiegato Salvini, che spinge per lo sblocco dei “cantieri fermi da troppo tempo” e per “salvare quello che ormai è oro, cioè l’acqua piovana per ridistribuirla poi agli agricoltori e ai cittadini”.
Pichetto Fratin, nel frattempo, invita a temporeggiare; che d’altronde l’estate è ancora lontana: “La valutazione complessiva rispetto all’attuale siccità verrà fatta dalla cabina di regia e si vedrà in che modo intervenire perché non è la nomina di un commissario generico che risolve la situazione”. Nella speranza che tale “cabina di regia” non si riveli un ingranaggio goffo e lento e che sappia invece affrontare la situazione con la celerità e la competenza di cui necessita, beninteso.
“Con altri ministeri stiamo mettendo insieme una serie di norme che servono a intervenire in modo più rapido” ha concluso Pichetto Fratin “perché l’emergenza siccità ha reso quanto mai urgente realizzare alcuni interventi”.