Precipitazioni quasi del tutto assenti, temperature ancora in rialzo, fiumi ormai ridotti a un rigagnolo affaticato: questo è il quadro della Pianura Padana, soffocata dalla stretta crudele della siccità. Si teme soprattutto per il fiume Po, i cui livelli stabilizzati al ribasso rimangono ancora ben al di sotto del minimo: in questo contesto, il rischio di una ulteriore risalita del cuneo salino nell’area del Delta e l’eventuale intrusione delle acque salmastre potrebbe di fatto determinare un danno irreversibile all’habitat e alla biodiversità delle zone geografiche in questione – nonché causare una improduttività colturale che, quando sommata agli altri cali produttivi, mostra un quadro tutt’altro che piacevole.
Le previsioni meteo, nel frattempo, parlano chiaro. La situazione non pare destinata a mutare nel breve periodo, e nonostante la leggera ripresa nelle quote dei grandi laghi alpini la situazione del distretto del Po è così preoccupante da offuscare qualsiasi tentativo di ottimismo. “In queste condizioni climatiche” ha commentato a tal proposito Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – MiTE (ADBPo), “sempre più frequenti negli ultimi dieci anni e difficilmente contrastabili negli effetti spesso prolungati, si impone una improcrastinabile accelerazione e maggiore e più concreta attenzione da parte delle istituzioni chiamate a dare possibilità di intervento grazie al legislatore agli enti sovraordinati sul tema della disponibilità, raccolta e utilizzo della risorsa”.