Il Tamigi emerge dal suolo nel sud ovest dell’Inghilterra – in un luogo che la morsa della siccità ha trasformato in un’arida pista polverosa. Eh sì, perché l’emergenza idrica sta imperversando anche nelle cosiddette Terre della Regina, tanto che la sorgente del fiume londinese si è spostata a diverse miglia più a valle, lasciando terra bruciata e pozzanghere cupe e fangose a riflettere un cielo spietato – una situazione che ha determinato un numero crescente di restrizioni regionali sull’uso dell’acqua e fatto squillare il timore che, prima o poi, lo stato di siccità verrà ufficialmente dichiarato dalle autorità locali.
Il Tamigi nasce da una sorgente sotterranea ai piedi delle colline del Costwolds, e poi serpeggia per 350 chilometri fino alle acque del Mare del Nord fornendo, nel corso del suo tragitto, acqua a milioni di case e aziende agricole, comprese ovviamente quelle di Londra. Dopo mesi di precipitazioni ai minimi storici, tuttavia, l’iconica campagna verde lussureggiante ha assunto tinte giallastre e arancioni: “Era come attraversare la savana africana” ha raccontato David Gibbons, un turista che ha risalito il cosiddetto Thames Path dall’estuario alla sorgente. “Era tutto così arido e secco: negli ultimi due o tre giorni di camminata non ho visto fauna selvatica… Non c’è acqua, tolta qualche pozzanghera”.
La situazione, nel frattempo, non accenna a migliorare. L’ufficio meteorologico britannico ha fatto scattare l’allerta per il caldo estremo in gran parte dell’Inghilterra meridionale e nel Galles orientale, con temperature che dovrebbero scavalcare il muro dei 35 gradi Celsius. Da questo punto di vista, però, Gibbons rimane ottimista: “Ho vissuto in Inghilterra per tutta la mia vita, e abbiamo già avuto periodi di siccità” ha raccontato a France24. “Credo che entro l’autunno tutto tornerà verde”. Se lo dice lui…