Il cielo è sempre più blu, anche se a dirla tutta qualche nuvolone carico di pioggia non guasterebbe: continua a intensificarsi, infatti, la stretta della siccità sul territorio italiano, con le registrazioni idrometriche del fiume Po che raggiungono le quote più basse degli ultimi trent’anni (o per essere più precisi, dal 1991).
I dati sono stati elaborati dall’Autorità distrettuale del fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica (AdbPo-Mite), che sottolinea come la situazione più estrema si registri a Piacenza, dove gli indicatori si fermano a quota -0,49 metri per 293 metri cubi al secondo. Non che altrove la situazione sia particolarmente migliore: a Pontelagoscuro (Ferrara) si toccano i -5,88 metri per 639 metri cubi al secondo, e nei comuni di Boretto (Reggio Emilia) ; e Borgoforte (Mantova) le rilevazioni segnano rispettivamente -3,25 metri per 452 mc/s e -2,57 metri per 567 mc/s. Le previsioni, nel frattempo, continuano a essere sfavorevoli o comunque insufficienti a colmare un gap che, a oggi, costituisce la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana.
“Sarà importante vedere se, anche in concomitanza della prossima riunione dell’Osservatorio istituzionale che si terrà giovedì 17 marzo, si manterranno questi indicatori negativi” ha commentato il segretario generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli “per comprendere quale tipo di soluzione concertata tra territori si potrà individuare per affrontare in modo resiliente la stagione”.