Nel corso degli ultimi tempi vi abbiamo raccontato a più riprese dello stato di emergenza in cui sta versando il Po: dopo diversi mesi di siccità, il livello del primo fiume dello Stivale è pericolosamente basso (e a onor del vero lo era già ai primi di marzo), tanto che il cuneo salino è risalito fino a circa 30 chilometri. Sperare che la crisi idrica sia di fatto circoscritta al distretto della Pianura Padana, tuttavia, sarebbe ingenuo: stando alle ultime rilevazioni dell’Autorità di bacino del Tevere la stretta della siccità di fa sentire anche nel centro Italia, con lo stesso Tevere che di fatto a tratti assume connotati paludosi, con l’acqua ferma, e risulta animato solamente da un minimo deflusso.
In ogni caso, Erasmo D’Angelis, il segretario generale de l’Autorità di bacino del Tevere, sottolinea come di fatto non ci siano ancora criticità per quanto concerne l’approvvigionamento idropotabile, anche se di fatto pare che la situazione sia destinata a peggiorare. “La stessa cosa vale per i laghi e visto che all’orizzonte abbiamo altri 10 giorni di caldo estremo, con temperature in risalita, abbiamo evidenti situazioni di rischio” ha continuato D’Angelis, sottolineando come di fatto l’ente che rappresenta si impegnerà a monitorare la situazione giorno per giorno. Eh sì, perché l’emergenza in corso riguarda anche i laghi: stando alle rilevazioni dell’Osservatorio Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue) il Lago Maggiore necessita di oltre 2,5 milioni di metri cubi di acqua per tornare in media, mentre il Lario fa registrare appena l’11,2% del riempimento complessivo.
“Siamo con la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni” ha commentato a tal proposito il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “La crisi idrica ha due fattori un deficit di pioggia degli ultimi anni, il cambiamento climatico ma poi ci sono cause strutturali come la cattiva manutenzione dei bacini e della rete affidata ai concessionari con una dispersione di acqua che è pari al 30% mentre in altri paesi Ue è il 5%, 6%. Ci vuole un piano di emergenza e da lunedì noi siamo pronti ad approvare i piani delle regioni”.