La morsa della carenza idrica sta strozzando anche il Paese del Dragone: il Ministero delle risorse idriche ha di fatto recentemente annunciato che la siccità in tutto il bacino del fiume Yangtze ha “influito negativamente sulla sicurezza dell’acqua potabile delle popolazioni rurali e del bestiame e sulla crescita dei raccolti” – una situazione che nel Bel Paese, con il Po ben al di sotto dello zero idrometrico, conosciamo ormai bene. In questo contesto, le autorità governative corrono ai ripari per salvare la Cina dalle fauci di una nuova ondata di caldo record distribuendo fondi di soccorso, ricorrendo alle tecnologie per “seminare” le nuvole, sviluppando nuove fondi di approvvigionamento e aumentando l’output idrico della Diga delle Tre Gole di 500 milioni di metri cubi nei prossimi dieci giorni.
Le direttive verso le singole regioni, nel frattempo, sono quelle di effettuare valutazioni accurate ed elaborare piani per mantenere il più possibile l’approvvigionamento idrico, compresi trasferimenti temporanei del bestiame: a tal proposito il Ministero delle Finanze ha annunciato che avrebbe emesso 300 milioni di yuan (equivalenti a 43,5 milioni di euro) in soccorsi in caso di calamità. Altre province, come lo Hubei, hanno invece intrapreso ambiziosi programmi per modificare il clima, affidando a squadre di aerei il compito di “seminare” barre di ioduro di argento nelle nuvole in modo da indurre più precipitazioni – anche se buona parte di queste operazioni sono destinate a fallire a causa di una copertura nuvolosa troppo sottile.
L’ondata di caldo in Cina è ora durata 64 giorni, il che la rende la più lunga dall’inizio dei record completi nel 1961, hanno riferito i media statali mercoledì, citando i dati del National Climate Center – un dato inquietante che trova risonanza in quanto sta accadendo nel Regno Unito, Francia e nel resto d’Europa.