La Cina ha ufficialmente annunciato lo stato di allerta nazionale a causa della siccità: mentre gli incendi boschivi ghermiscono il ventre del Paese del Dragone e i raccolti nel bacino del fiume Yangtze bruciano a causa delle temperature torride, le autorità governative stanno tentando in ogni modo di salvare il salvabile con misure di emergenza che spaziano dalla distribuzione di fondi di soccorso all’impiego di tecnologie avanzate per “seminare” le nuvole e fare piovere.
Lo stato di allerta – codice giallo, appena al di sotto dello stato più grave nella scala di Pechino – è stato ufficializzato dopo settimane di caldo estremo nelle regioni dal Sichuan, nel sud-ovest del Paese del Dragone, e a Shanghai, nel delta dello Yangtze: il lago Poyang, uno dei più importanti bacini alluvionali del fiume in questione, si è ora ridotto a un quarto delle sue dimensioni normali per questo periodo dell’anno; mentre ben 66 fiumi in 34 contee nella regione sud-occidentale di Chongqing si sono prosciugati – un dato che trova una preoccupante risonanza anche in altre parti del mondo, dalla Francia al Regno Unito fino all’America. Secondo l’ufficio meteorologico cinese, il distretto di Beibei, a nord del centro urbano di Chongqing, ha visto temperature raggiungere i 45 gradi Celsius: le infrastrutture e i servizi di emergenza locali sono stati messi a dura prova, con incendi che hanno divorato le montagne e le foreste di tutta la regione.
Per rispondere all’emergenza in questione, il ministero delle risorse idriche ha incaricato le regioni agricole colpite dalla siccità di elaborare turni di accesso, in modo da preservare il cosiddetto oro blu; mentre il Centro meteorologico nazionale cinese (NMC) ha rinnovato nella giornata di oggi, venerdì 19 agosto, l’allerta rossa per alta temperatura: si tratta del 30° giorno consecutivo in cui sono stati emessi allarmi. La conta dei danni, nel frattempo, continua ad aumentare: secondo i dati del ministero dell’emergenza cinese le alte temperature nel solo luglio hanno causato perdite economiche dirette per 2,73 miliardi di yuan (circa 400 milioni di euro), colpendo 5,5 milioni di persone.