La situazione è tanto preoccupante quanto semplice – tanto che di fatto la si può riassumere in poche parole: non c’è acqua. Una carenza che, di fatto, si è ripercossa sul settore dell’agricoltura innescando un incremento dei costi che oscilla dal 30 al 40%, unito a una generale diminuzione della disponibilità dei prodotti agroalimentari del 20 – 30% rispetto agli anni precedenti. È quanto emerge dal più recente report redatto dall’Osservatorio del Centro agroalimentare di Roma (Car), che ha per l’appunto analizzato le (più immediate) conseguenze economiche dovute alla crudele stretta della siccità.
Si nota, nello specifico, il caso delle angurie: solamente l’anno scorso i produttori erano soliti spendere dai sei ai settemila euro per un ettaro, mentre quest’anno il prezzo dello stesso pezzo di terra è aumentato di almeno il 20%. Confrontando la media dei prezzi prevalenti dai primi sei mesi dell’anno precedente con quelli dell’anno in corso, inoltre, risulta che le angurie avevano un prezzo medio di 0,83 euro/kg e la lattuga 0,71 euro/kg, mentre ora costano rispettivamente 0,92 euro/kg e 0,88 euro/kg.
“Un’altra criticità è legata all’irraggiamento” si legge nel rapporto in questione “soprattutto per i produttori che dispongono dei sistemi di irrigazione ad aspersione in quanto per non rovinare i prodotti l’irrigazione avviene la mattina presto o la sera tardi”. In questo contesto, infatti, “l’arrivo anticipato della primavera ha modificato i turni di irrigazione, aumentandone la frequenza, mentre prima l’irrigazione avveniva ogni 3 giorni. Ora, in questo periodo tutti i giorni”.