Per cercare di limitare i danni della siccità che sta imperversando un po’ in tutta l’Italia (anche se da qualche parte pare che abbia piovuto), ecco che il Piemonte ha deciso di provare ad aprire le dighe per cercare di salvare il settore dell’agricoltura.
Più precisamente sono stati aperti gli invasi collegati al Canale Cavour che, da adesso, riverseranno acqua di notte. Lo scopo è quello d guadagnare altri 15-20 giorni per il settore agricolo, sperando che nel frattempo piova un po’.
Il Canale Cavour fornisce acqua ai campi di parte della zona di Torino, Biella, Vercelli con tutte le sue risaie a secco (a Pavia alcuni agricoltori hanno rubato l’acqua di notte pur di riuscire a salvare il riso), Novara e Alessandria.
Nella zona di Cuneo, invece, si sta valutando se aprire la diga del Chiotas, quella sopra Entracque, capace di garantire 12 milioni di litri d’acqua di riserve, mentre in val Varaita è il lago di Pontechianale il punto di riferimento per campi e allevamenti della zona.
Le trattative con i gestori delle dighe sono attualmente in corso e finora sembrano procedere bene. Secondo quanto riferito dal presidente del Piemonte Alberto Cirio, tutti i gestori hanno dato la loro disponibilità a cedere parte delle scorte d’acqua. E nessuno pare abbia chiesto un compenso economico.
Intanto l’Osservatorio dell’Autorità Distrettuale del Po ha dichiarato l’allerta rossa, chiedendo fra l’altro di diminuire del 20% i prelievi di acqua dal fiume visto che il Po, al delta, ha una risalita di acqua marina di più di 20 chilometri, cosa che rischia di rendere salate le falde acquifere che forniscono acqua potabile.
Il Piemonte ha poi chiesto l’aiuto alla Valle d’Aosta, ma questa ha risposto picche: il presidente Erik Lavevaz ha riferito che anche la Valle è in crisi e non potrà aiutare il Piemonte. Si attende ora che il governo si decida a dichiarare lo stato di emergenza. E nel frattempo proseguono le ordinanze anti-spreco per quanto riguarda l’uso dell’acqua da parte di privati.