La falce della siccità taglia brutalmente il raccolto di mais in Emilia Romagna: secondo le stime redatte dalla sezione regionale di Cia-Agricoltori Italiani sui dai segnalati dai propri associati, infatti, la campagna maidicola in corso è macchiata da una mole produttiva più che dimezzata – un crollo che di fatto è tanto più severo nelle regioni in cui non è stato possibile irrigare. Dopotutto, quello dei cali produttivi determinati dalla morsa della siccità è un tema ormai ricorrente su di queste pagine: tra i settori più colpiti si segnalano l’olivicoltura, gli allevamenti di vongole e persino il grano.
La perdita media, secondo quanto rilevato da Cia-Agricoltori Italiani, equivale al 60% del raccolto complessivo: un calo disastroso che di fatto getta un’ombra anche sulle future semine. “Con queste condizioni è difficile per gli agricoltori puntare ancora su questo cereale, soprattutto per l’investimento che hanno dovuto sostenere in termini di costi produttivi che non verranno ripagati” ha infatti spiegato a tal proposito Stefano Francia, presidente di Cia Emilia Romagna. “L’assenza di piogge ne ha compromesso la maturazione con una quasi inesistente produzione di granella” ha poi aggiunto, riferendosi per l’appunto all’attuale stagione maidicola.
Il mais ha, dopotutto, esigenze idriche piuttosto elevate, che di fatto hanno costretto diversi agricoltori – o meglio, quelli che potevano effettivamente permetterselo – a ricorrere a irrigazioni di soccorso (con, ovviamente, conseguenti aumenti dei costi di produzione). “Inoltre, il prodotto trinciato per gli impianti bioenergetici ha scarso potere calorico per l’inconsistenza della granella, principale elemento in grado di sviluppare maggiore energia nei biodigestori” ha concluso Francia.