Ormai non dovrebbe essere un segreto che la stretta della siccità stia determinando un netto taglio dei raccolti: le stime più recenti mostrano dei cali produttivi nel contesto del riso, del grano e perfino del latte, con gli animali che di fatto soffrono le temperature estreme e costringono gli allevatori a costringere a misure di emergenza che fanno salire ulteriormente i costi. Eh sì, perché proprio costi e prezzi sono l’altra grande conseguenza: l’emergenza idrica sta innescando una nuova ondata di rincari ai prezzi dei beni alimentari, che nel caso della frutta e della verdura fanno registrare un rispettivo incremento del 10,8 e dell’11,8%.
È quanto emerge dalla più recente analisi redatta da Coldiretti sui dati divulgati da Istat circa l’inflazione di giugno: stando alle stime dell’associazione agricola il nuovo balzo dei prezzi dovrebbe costare alle famiglie “oltre 8,1 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare”, con l’emergenza che di fatto continua a scuotere l’intera filiera agroalimentare. In questo contesto, si segnala che circa un terzo delle aziende agricole operanti sul territorio nazionale sta lavorando in condizioni di reddito negativo a causa dei più recenti aumenti dei costi di produzione, che di fatto spaziano dal dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
In questo contesto, l’appello presentato dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini è quello di trovare quanto prima accordi di filiera tra imprese agricole e industriali che possano individuare prezzi equi che, di fatto, non scendano mai al di sotto della soglia dei costi di produzione. “Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia” continua il presidente “e i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.