Il Regno Unito non riesce a liberarsi dalla feroce morsa della siccità: stando alle rilevazioni del National Drought Group, organismo di portata nazionale composto da funzionari governativi, società idriche e gruppi ambientalisti, l’estate ormai giunta ai suoi colpi conclusivi si è di fatto distinta come la sesta più secca di sempre, con diverse parti dell’Inghilterra che per la prima volta del 2018 hanno visto annunciare in maniera ufficiale lo stato di siccità. Si tratta di dati che, a onore del vero, non dovrebbero di certo sorprendere: in passato vi raccontammo di come la crisi idrica che ha caratterizzato l’estate 2022 sia di fatto stata la peggiore degli ultimi 500 anni; e del fatto che – rimanendo nel contesto del Regno Unito – la sorgente del Tamigi si fosse prosciugata lasciando aridi banchi sabbiosi.
Ciò che preoccupa particolarmente le autorità del National Drought Group è il fatto che le consuete piogge che tradizionalmente accompagnano i primi aliti d’autunno non sono – al momento – sufficienti a ricostruitre i livelli delle falde acquifere sotterranee o dei serbatoi, siano questi artificiali o naturali: in altre parole, i fatti indicano che con ogni probabilità nel corso dell’inverno ormai alle porte sarà necessaria un’attenta gestione delle risorse idriche – una simpatica evenienza che va ad aggiungersi alle già acute preoccupazioni per il caro bollette.
“La preoccupazione dell’acqua nell’ambito dell’agricoltura, la fauna selvatica e l’ambiente rimane elevata mentre ci dirigiamo verso l’autunno e l’inverno, motivo per cui dobbiamo continuare a gestire l’acqua con saggezza”, ha affermato David Dangerfield, presidente del National Drought Group. “Per quest’anno – e in effetti per il prossimo decennio – è necessario intraprendere un’azione significativa se vogliamo mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla nostra sicurezza idrica”.