Prosegue l’allarme siccità in Piemonte. Mentre si chiede di chiudere l’erogazione dell’acqua di notte in alcuni comuni del Piemonte e della Lombardia, con autobotti già entrate in azione in alcune zone, ecco che il governatore Alberto Cirio ha chiesto al governo l’attivazione dello stato di calamità per l’agricoltura (stato di calamità fra l’altro chiesto anche in questi giorni dalla Sardegna a causa dell’invasione di cavallette).
Nonostante il problema non riguardi solamente il bacino idrico della Pianura Padana, è indubbio che i livelli sempre più in secca del Po stiano destando allarmi da tutte le parti. Anche la Coldiretti Torino ha deciso di chiedere alla Regione Piemonte lo stato di calamità in modo da poter risarcire gli agricoltori.
L’associazione spiega che sono particolarmente a rischio le colture di mais e i prati a foraggere. L’inevitabile diminuzione dei raccolti farà sì che gli allevatori siano costretti a comprare fieno e mangimi a prezzi folli, con rincari che superano anche il 100% (e questo anche a causa delle speculazioni scatenate dalla guerra in Ucraina).
Coldiretti ha poi ricordato che nella seconda decade di giugno, i danni per la siccità ammontano a oltre il 20% del raccolto. Il che mette a rischio anche il settore dell’allevamento bovino da carne e da latte, vessando ulteriormente gli allevatori già funestati dall’impennata dei costi dell’energia necessaria per i sistemi di rinfrescamento e ventilazione forzata delle stalle.