Mentre in Italia continua a imperversare la siccità, ecco che la risalita del cuneo salino del Po minaccia di danneggiare pesantemente i settori dell’agricoltura e della pesca. A rischio sono soprattutto le risaie e gli allevamenti di vongole.
Circa un terzo dello stock di vongole allevate nel Delta del Po è morto, mentre le piante che crescono lungo le rive del fiume stanno appassendo visto che le falde acquifere da cui traggono l’acqua sono sempre più salate. Inoltre i corsi d’acqua secondari sono in secca, cosa che riduce la sopravvivenza di anfibi e uccelli.
Giancarlo Mantovani, direttore dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, ha sottolineato che un intero sistema ecologico avrà dei problemi permanenti. La quantità di acqua che sta entrando nel delta del Po è ai minimi storici: siamo a 95 metri cubi. E tutto questo a causa della siccità provocata dalle mancate nevicate invernali e dalla scarsezza di piogge primaverili ed estive.
Da due mesi circa gli agricoltori non possono più attingere l’acqua del fiume per bagnare i campi. Tuttavia la siccità persiste e l’acqua salata sta contaminando piano piano le falde acquifere. Il cuneo salino negli anni Sessanta raggiungeva i 2 km a monte, negli anni Ottanta i 10 km e quest’anno i 38 km.
L’eccessiva salinità dell’acqua crea problemi anche alle vongole. A causa del sale e delle alte temperature proliferano le alghe che soffocano i molluschi: la laguna è ormai talmente prosciugata che è possibile percorrerla con un trattore di pomeriggio, quando fa più caldo.