L’Italia continua a soffrire sotto la stretta della siccità: i dati segnalano un passaggio da 40 a oltre 150 giorni l’anno senza piogge, con fiumi e laghi che raggiungono a malapena le percentuali di riempimento normalmente registrate nel periodo estivo. Come dite? Ah, sarà un’estate fresca? Certo, nessun dubbio, proprio come la scorsa, quando a Siracusa si toccarono i 48,8 gradi centigradi. E non è un caso che portiamo un esempio dal territorio della Sicilia: l’isola, infatti, è la regione italiana che più sta accusando il colpo, con il 70% dei suoi terreni agricoli a rischio inaridimento.
La situazione è piuttosto allarmante, dunque. E nel resto d’Italia non si è certo messi meglio: l’Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica (Anbi), elaborando i dati CNR, stima il rischio di inaridimento sul 58% dei suoli agricoli disponibili in Molise, 57% della Puglia, 55% della Basilicata, fra il 30% e il 50% di Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo e Campania, e quote minori nelle altre regioni.
Fabrizio Curcio, capo Dipartimento della Protezione Civile, lancia l’SOS è invita a intervenire con urgenza su “previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza acqua”, implementando “sistemi di approvvigionamento idrico basandosi su una combinazione di interventi infrastrutturali nel medio/lungo termine (riduzione delle perdite di rete, efficientamento degli impianti, aumento delle interconnessioni, costruzione di nuove infrastrutture, piccoli invasi)”.