Per l’Italia i primi sei mesi del 2022 hanno rappresentato l’anno più caldbo di sempre , con una temperatura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica (ma non temete: può ancora peggiorare) – un record che di fatto va mano nella mano con l’imperversare della siccità, che sta causando notevoli cali produttivi negli allevamenti e nei campi e ha recentemente determinato l’introduzione dello stato di emergenza in cinque regioni del Nord Italia. Si tratta di quanto emerso da un recente studio redatto dalla Coldiretti e presentato all’Assemblea Nazionale dell’Anbi, che di fatto sottolinea come negli ultimi mesi le precipitazioni su tutto lo Stivale abbiano fatto registrare un calo del 45%.
A colpire sono soprattutto i dati inerenti al mese di giugno, segnato da una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003: a pagarne le conseguenze, come anticipato, sono soprattutto le campagne e l’ambiente, con incendi triplicati e invasioni di insetti e parassiti nelle colture del Paese. Importante notare, inoltre, che nonostante – stando alle rilevazioni della Coldiretti – l’Italia continui a rimanere un paese piovoso grazie ai circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, solamente l’11% di questa mole idrica viene trattenuta – un’insufficienza che, considerando l’attuale stato di emergenza, è inaccettabile; e rende tanto più urgente l’intraprendere interventi di manutenzione, risparmio e recupero delle acque con opere infrastrutturali.
“Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti” ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini “ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare. L’agricoltura è infatti l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”.