Non dovrebbe più essere un segreto che la stretta della siccità stia determinando, tra le altre cose, una serie di notevoli cali produttivi in alcune delle principali colture dell’agricoltura italiana: si tratta, dopotutto, di una situazione che non accenna affatto a migliorare, e l’equazione è tanto semplice quanto atroce – se manca l’acqua il cibo non cresce, e con meno cibo i prezzi dei prodotti alimentari schizzano (ancora una volta) alle stelle. Nello specifico, stando a una lettura proposta da Coldiretti, oltre il 30% della produzione agricola complessiva si trova in minacciata dalla carenza idrica e i prezzi di alimenti come pomodori, riso e olive potrebbero salire tra il 20% e il 50% nei mesi a venire.
Così, mentre il Governo pondera se sia il caso di allargare lo stato di emergenza a nuove Regioni (dopo le cinque nell’area settentrionale, tra le più colpite in assoluto), l’agricoltura si trova a contare i danni: le stime più recenti indicano 3 miliardi di euro complessivi, ma di fatto – come vi abbiamo già anticipato – la situazione non sembra accennare ad alcun miglioramento. Il primo semestre del 2022 è di fatto stato l’anno più caldo di sempre (almeno per quanto riguarda l’Italia), e ha portato con sé un brusco calo delle precipitazioni con conseguente necessità di operare con irrigazioni di soccorso che, come potrete immaginare, hanno fatto lievitare ulteriormente i costi di produzione.
Stando alle stime pubblicate sul The Guardian e redatte da Kyle Holland, analista di mercato del gruppo di ricerca Mintec, il prezzo del riso e dei pomodori in particolare potrebbe impennarsi fino al 50% (quindi tenetevi strette le piantine che avete sul balcone), mentre quello dell’olio d’oliva è già aumentato del 28% se confrontato con i dati di un paio d’anni fa.