No water, no party – il livello dell’acqua nel fiume Colorado ha superato per la prima volta una soglia che ha spinto l’amministrazione Biden a introdurre tagli idrici senza precedenti in Arizona, Nevada e altri stati americani del sudovest nel tentativo di allentare quanto possibile la severità della morsa della siccità. Stando a quanto riportato dalle stesse autorità locali, infatti, il meridione occidentale degli Stati Uniti si sta trovando a fare i conti una crisi idrica mai vista prima, con gli allevatori che si vedono costretti a svendere le proprie mandrie pur di mettere una pezza ai bilanci aziendali e il Colorado, linfa vitale di questa parte del Paese, che come accennato si trova pressoché prosciugato.
Importante notare, rimanendo nel contesto del grande fiume, che di fatto gli avvertimenti circa una possibile emergenza siccità sono in auge da almeno un ventennio – il lasso temporale in cui gli scienziati hanno per l’appunto registrato precipitazioni ben al di sotto della media. Le autorità locali hanno passato gli ultimi due decenni ad avvertire gli Stati che dipendono dal Colorado che sarebbe stato opportuno ridurre o perlomeno rendere più efficiente il loro consumo d’acqua, ma senza ottenere alcun risultato tangibile – un’insufficienza che a oggi ha obbligato il governo federale a imporre tagli drastici.
L’Arizona, per esempio, dovrà ridurre del 21% l’uso dell’acqua e il Nevada dell’8%: in questo contesto, tuttavia, segnaliamo che lo stesso vicesegretario degli Interni, Tommy Beaudreau, si è premurato di assicurare ai cittadini che c’è ancora tempo per trovare un accordo e che i tagli sopracitati non verranno introdotti prima del raggiungimento di un’intesa con gli Stati interessati. Qualche chilometro più a Sud, nel frattempo, troviamo altri tentativi di far fronte alla siccità: il presidente del Messico ha chiesto ai produttori di birra di interrompere la produzione per risparmiare acqua.