L’Italia sta bruciando. Mentre la stretta crudele della siccità stritola il settore agricolo e innesca un ulteriore aumento dei prezzi dei beni alimentari, la più recente analisi redatta da Coldiretti svela che, negli ultimi sei mesi – o i primi sei del 2022, in base al punto di vista – oltre 9 mila ettari sono andati in fumo a causa degli incendi, più del doppio rispetto alla media storica. Secondo le stime calcolate dall’organizzazione agricola ogni singolo rogo costa in media agli italiani più di dieci mila euro all’ettaro a causa delle spese per le operazioni di spegnimento e quelle di bonifica, per non contare quelle a lungo termine riguardanti la ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici – un processo che, nella maggior parte dei casi, si protrae per un arco di tempo di circa quindici anni.
Insomma, piove sul bagnato – o meglio, si asciuga il già arido (?) -: occorre infatti considerare, sempre facendo riferimento ai dati forniti da Coldiretti, che le precipitazioni sono risultate in media addirittura dimezzate su base annua con le regioni settentrionali che di fatto registrano diminuzioni ancora più negative, alimentando quella che ormai può essere a tutti gli effetti considerata un’emergenza nazionale che potrebbe rivelarsi perfino peggiore di quella dell’ormai lontano 2003.
“Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione è necessario coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica per una gestione unitaria del bilancio idrico” ha commentato a tal proposito il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “è evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo visto che raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno”.