Temperature da record e siccità – ingredienti perfetti per spingere il numero di incendi in Italia, che di fatto nel 2022 sono già cresciuti del 153% rispetto alla media storica. È quanto emerso dalla più recente analisi redatta da Coldiretti sui dati Effis in riferimento ai roghi che dal Sud al Nord stanno riducendo in cenere l’intera Penisola. Ingredienti che, chiaramente, vanno mano nella mano con la quasi totale assenza di precipitazioni sul territorio che di fatto ha inaridito i terreni creando le condizioni perfette per il divampare delle fiamme: facendo nuovamente riferimento all’analisi proposta da Coldiretti, apprendiamo che dall’inizio dell’anno si è già verificato più di un quarto di tutti gli incendi scoppiati nell’intero 2021 – quando i roghi di dimensioni significative furono ben 659.
Importante notare, restando in questo contesto, che di fatto il mese di giugno appena conclusosi è stato il secondo più caldo registrato in Europa con una temperatura media superiore di 1,6% rispetto ai dati storici, con valori estremi soprattutto in Spagna, Francia e nella stessa Italia. A livello mondiale, invece, Coldiretti segnala che la temperatura media è stata di 0,32 gradi superiore alla media 1991-2020, la terza più alta mai registrata.
In Italia, secondo la lettura proposta dalla Coldiretti, l’eccezionalità degli eventi atmosferici deve ormai essere considerata come la nuova norma: “La tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti“, si legge in una nota. La proposta di Coldiretti, in questo contesto, è quella di “valorizzare quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli creando le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne”.