Tra le vittime più importanti della stretta della siccità c’è senza ombra di dubbio l’agricoltura: basti pensare che la conta dei danni arriva già a 6 miliardi di euro, con innumerevoli cali produttivi e conseguenti aumenti del prezzo al consumo. Un fato, quello delle flessioni alle produzioni agricole, che ha raggiunto anche il Friuli Venezia Giulia: stando infatti al più recente rapporto redatto da Confcooperative Fvg, che ha preso in esame i dati delle cooperative agricole aderenti, si notano tagli preoccupanti soprattutto nei raccolti di cerali (-40%), uva (-20%) e frutta (-15%).
Oltre all’emergenza idrica, ovviamente, un ruolo chiave è anche giocato dall’incremento dei costi energetici e di produzione, a livelli critici ormai da inizio anno: in questo contesto, l’imperversare della siccità rappresenta l’ennesimo capitolo in una situazione economica già precaria che spinge il bilancio di sempre più aziende agricole verso un profondo rosso. Nello specifico, la carenza di risorse idriche sta travolgendo soprattutto le aziende che non hanno accesso diretto alle aree irrigate dai Consorzi e sono dunque costrette ad affidarsi ai pozzi, aumentando ulteriormente i costi. “È assolutamente necessario continuare a investire nelle tecnologie per l’irrigazione e negli investimenti per l’irrigazione” ha commentato a tal proposito Venanzio Francescutti, presidente FedAgriPesca Fvg, preoccupato in particolare per “l’impatto sul settore vino, dove si stima un calo del raccolto attorno al 20 per cento”.