I più attenti (o forse i più masochisti?) certamente saranno ben al corrente che di fatto la morsa della siccità non è esclusiva alla nostra Italia: la carenza idrica sta minacciando anche il resto del mondo, con Paesi come Stati Uniti, Romania, Portogallo e Argentina che tentano di rispondere come possibile al caldo e all’assenza di precipitazioni. Anche la Francia è costretta a correre ai ripari: secondo le autorità locali 90 dipartimenti su 96 stanno subendo restrizioni sull’uso dell’acqua, e alcuni paesi sono rimasti del tutto privi di acqua potabile – una situazione in cui la minaccia degli incendi è sempre in agguato.
Nello specifico, con appena otto millimetri di precipitazioni complessive, il luglio corrente sarà con ogni probabilità il più secco mai registrato dall’ormai lontano 1959 – un altro record da maglia nera che di fatto si aggiunge a quello del numero di aree colpite dal razionamento dell’acqua. Nelle zone più colpite dall’imperversare della siccità – come il bacino occidentale della Loira, la Drame, Var, Lot e nel sud-est della Val-de-Marne – sono autorizzati i soli prelievi di acqua per garantire l’esercizio degli usi prioritari, per la salute, sicurezza civile e servizi igienici, mentre sono di fatto vietati i prelievi per scopi agricoli. La Loira in particolare segna un livello delle acqua che sfiora appena i 129 metri cubi al secondo, mentre parte del canale di Borgogna e la regione di Nancy sono state soggette a interruzioni delle attività di navigazione – l’acqua sarebbe infatti così bassa che le navi raschierebbero il fondo del fiume.
A pagarne le conseguenze, ovviamente, è anche l’agricoltura: gli operatori del settore segnalano cali produttivi nella maggior parte delle colture. “I due fenomeni si combinano, lo stress idrico ma anche il caldo” spiega Jean-Pierre Clipet, responsabile della Federazione dipartimentale dei sindacati agricoli (Fdsea). Nella regione del Boulonnais “i colleghi mi dicono che la situazione è peggiore di quella del 1976, non sanno come sfamare i loro animali quest’inverno”.