Sarà stato un invito a lasciare il tavolo il prima possibile? Noi, nel dubbio apprezziamo il coraggio necessario a suggerire un collegamento tanto ovvio quanto vietato. Un ristorante situato in Israele ha conquistato la vetrina dell’internet dopo avere servito del gelato al cioccolato in un “recipiente” (un piatto? Una ciotola? Un trono di porcellana in miniatura? Difficile trovare il termine adatto, a essere sinceri) ispirato a un gabinetto. A rendere ancora più notevole (di nuovo – non siamo sicuri che il termine sia quello giusto) l’impiattamento è il fatto che lo stesso gelato è stato attentamente “schizzato” sulle pareti del gabinetto, proprio a fugare ogni dubbio e a riprodurre con assoluta fedeltà una esplosiva disavventura gastrointestinale.
Gelato al cioccolato, dolce un po’ salato…
Come si mangia un gelato al cioccolato servito in un gabinetto (finto, beninteso)? Ma è molto semplice – con fatica, tanto per cominciare. Poi basta armarsi di cucchiaino ed entusiasmo e buttarsi a capofitto dentro la tazza in ceramica – e non dimenticate di raschiare le strisciate dalle pareti, che è la parte più buona.
Il tutto è stato dovutamente documentato e poi pubblicato su TikTok, dove ha ricevuto delle recensioni di natura mista. C’è chi, ad esempio, ha apprezzato la visione artistica del ristorante: proporre del gelato al cioccolato in un gabinetto potrebbe essere interpretato come un commento in stile dadaista sul futuro della ristorazione, in quanto tutto – o almeno si spera – finisce per essere smaltito negli abissi del trono di ceramica. Altri potrebbero azzardare un’interpretazione simile, concludendo però che il futuro della ristorazione… Beh, è destinato a una brutta fine, ecco.
Altri ancora, infine, non sono riusciti a vincere il senso di repulsione. “È un concetto molto inquietante” ha commentato un utente; “Questa è la cosa più disgustosa che abbia mai visto” ha scritto un secondo che, evidentemente, è nuovo agli spazi più oscuri delle pianure internettiane; “Ma la gente mangia davvero questa m*rda?” ha chiesto un terzo.
Attenzione, però – le controversie non si fermano affatto a una questione di gusto e di somiglianze. Il nome del dolce – “Third House of Sh*t”, letteralmente traducibile in “Terza Casa di m*rda” – andrebbe infatti ad alludere, secondo l’agenzia pakistana Samaa, al concetto del Terzo Tempio nella tradizione ebraica.
Insomma, dal gelato al cioccolato nel gabinetto alla controversia di matrice religiosa il passo è spaventosamente breve. “L’ipotetico Terzo Tempio è un argomento di profondo significato religioso per molti, rendendo il nome del dolce un punto di contesa” ha spiegato un portavoce di Samaa. “L’ipotetico Terzo Tempio è un argomento di profondo significato religioso per molti, rendendo il nome del dolce un punto di contesa”.