Quando si ha fame si tende a fare scelte non sempre razionali, è ben risaputo – anche se, a portare questa particolare vicenda sotto la lente di ingrandimento, si potrebbe arrivare a immaginare che dietro il gesto del nostro protagonista ci fosse tutto meno che una spontanea voglia di riempirsi lo stomaco. Ci stiamo naturalmente riferendo a quanto recentemente accaduto al Leeum Museum of Art di Seoul, Corea del Sud, dove è stata esposta la ormai celeberrima banana dell’artista Maurizio Cattelan. Un’opera d’arte dal valore di 120 mila dollari che consiste in una banana appiccicata al muro tramite un trancio di nastro adesivo, e che è stata mangiata da un affamatissimo studente in visita.
Scorpacciata artistica: la banana di Cattelan e la sensazione di “già visto”
“Affamatissimo” non lo diciamo noi, sia ben chiaro – lo stesso Noh Huyn-Soo (questo il nome del nostro protagonista) si è giustificato dicendo di avere “saltato la colazione” e di essere “affamato”. Come biasimarlo, insomma? Sapete come si dice – la colazione è il pasto più importante della giornata e tutto il resto.
Il tutto è stato prontamente registrato da un amico dello studente, e le riprese hanno naturalmente fatto il giro del mondo. Nelle varie registrazioni apparse in giro per l’internet si sentono proteste più o meno convinte mentre Noh si avvicina all’opera d’arte e, con un gesto deciso, toglie la banana dal muro – proteste che immediatamente si estinguono quando il nostro protagonista decide poi di sbucciare il frutto e mangiarselo.
E la buccia, direte voi? Che va bene arrangiarsi per riempirsi lo stomaco, ma lasciare immondizia in giro è maleducazione. Noh ha pensato a tutto: finito lo spuntino, ecco che riattacca la buccia al muro con il nastro adesivo. Il museo, contattato dalla BBC, ha fatto sapere che non chiederà danni allo studente; e ha naturalmente già provveduto a sostituire la buccia con una banana nuova (ed è bene notare, rimanendo in questo contesto, che il frutto esposto veniva comunque cambiato ogni due o tre giorni per ovvi motivi).
Ora, tutto molto bello, ma la sensazione di “già visto” è troppo ingombrante per essere ignorata. Ci tocca attivare la nostra macchina del tempo e tornare a poco più di tre anni fa, quando un “artista affamato” fece la stessa identica cosa con un’altra esposizione della banana di Cattelan. Allora come adesso, il caso conquistò la cronaca mondiale – al punto che ci viene da pensare che la “fame” del nostro Noh fosse una semplice voglia di notorietà.